martedì 30 ottobre 2007

Giorno di novembre - di Christian Morgenstern

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Come fumo sospesa,
nebbia avvolge le case,
sospinge il mondo in intimi confini;
nessuno esce senza una ragione,
tutto s'acquieta, raccolto in sé.

Diviene leggera
la mano,e la voce, il gesto è pacato.
Come in un mare profondo,
celati, l'uomo e la terra sognano.



giovedì 11 ottobre 2007

Fiordi, Grilli e civiltà

L’annuncio ha colto gli Svedesi alla sprovvista: lunedì 1° ottobre, Alex Schulman, l’autore del blog più letto e ritenuto il più cattivo di Svezia, annunciava la chiusura del suo diario di bordo, ospitato sul sito del quotidiano Aftonbladet. Sono giunti commenti a centinaia, alcuni lo supplicavano di rinunciare alla sua decisione, altri gli esprimevano la loro comprensione, ma vi era anche chi diceva che era tempo che chiudesse il suo blog, intitolato con scarsa modestia: Essere Alex Schulman.
L’autore ha spiegato, durante una conferenza stampa, d’aver a lungo riflettuto prima di decidere. “All’inizio ero davvero innamorato di questo progetto”, ha affermato riconoscendo d’esser rimasto molto sorpreso dal suo successo. In media “Essere Alex Schulman”, lanciato un anno fa, registrava 250.000 visitatori alla settimana. Poi la vicenda ha preso una piega diversa e l’autore non vi si è più riconosciuto. “Scrivere cominciò a procurarmi angoscia, rimorsi, spesso mi sentivo male”.
Alex Schulman fa autocritica, ma se la prende anche con i propri lettori: “Vi è una sete di cattiveria nel Web. Ogni volta che scrivevo su un personaggio noto, si poteva toccare con mano la sete di sangue fra chi lasciava il suo commento. Ridevano con crudeltà, scrivendo che volevano di più, di più, di più, e proponevano altri nomi contro i quali dovevo lanciare i miei strali”. Il suo disgusto non faceva che aumentare: “Ero sconvolto io per primo dalla mia durezza e insensibilità”.
Così ha messo fine al suo progetto che nelle intenzioni originali doveva essere letterario.
La morale di questa storia? La mia l’ho sintetizzata nel titolo.

martedì 9 ottobre 2007

Il castello di Gormenghast - di Mervyn Peake

Gormenghast, ovvero l'agglomerato centrale della costruzione originaria, avrebbe esibito, preso in sé, una certa qual massiccia corposità architettonica, se fosse stato impossibile ignorare il nugolo di abitazioni miserande che pullulavano lungo il circuito esterno delle mura, inerpicandosi su per il pendio, semiaddossate le une alle altre, fino alle bicocche più interne che, trattenute dal terrapieno del castello, si puntellavano alle grandi mura aderendovi come patelle a uno scoglio.
Questa fredda intimità con la mole incombente della fortezza era concessa alle abitazioni da leggi antichissime. Sui tetti irregolari cadeva, col variare delle stagioni, l'ombra dei contrafforti smangiati dal tempo, delle torrette smozzicate o eccelse e, enorme fra tutte, l'ombra del Torrione delle Selci che, pezzato qua e là di edera nera, sorgeva dai pugni di pietrame nocchiuto come un dito mutilato puntando come una bestemmia verso il cielo. Di notte i gufi ne facevano una gola sonante; di giorno, la sua ombra nera si allungava muta.
Mervyn Peake: Tito di Gormenghast

Gli alberi possono piangere - di Laurent Greilsamer

kast_baum_460Un albero. Spesso lo percepiamo solo come parte di un tutto, come elemento di sfondo. Può accadere però che un albero attiri la nostra attenzione, catturi il nostro sguardo, che la nostra mano poggi sulla ruvida corteccia come sulla spalla di un amico...
Un albero si può ammirare, lo si può amare. Un albero è una sorgente di energia, di bellezza. Vi è poi un albero che non è come tutti gli altri: è l'unico scorcio di natura che una ragazza ebrea, nascosta e reclusa in una soffitta, poteva guardare, che Kastanjeboom_annafrankpermetteva alla sua fantasia di correre lontano...
Il 23 febbraio 1944 annotava sul suo Diario: "Abbiamo guardato il cielo blu, il castagno spoglio con i rami scintillanti di minuscole gocce, i gabbiani e gli altri uccelli che sembravano d'argento nel loro volo verso il sole... Tutto questo ci ha commosso a tal punto che non riuscivamo più a parlare".
E il 13 maggio 1944: "Il nostro castagno è in piena fioritura dai rami più bassi alla cima, è carico di foglie e molto più bello dell'anno scorso".
Questo castagno, che ha più di centocinquant'anni, si trova nel giardino della casa dcasa_franki Anna Frank ad Amsterdam, e ora è malato. Il suo vecchio tronco è attaccato da funghi e parassiti in misura tale da indurre le autorità a decretarne l'abbattimento. Ha trovato però dei difensori: l'Istituto Anna Frank si è opposto a questa condanna a morte e ha ottenuto un rinvio fino al 1° gennaio per presentare proposte alternative.

Un albero non è materia inerte, è una creatura cara e uno specchio. La vecchia quercia porta in sè la saggezza, l'acacia la leggerezza, il pioppo l'eleganza, il cipresso l'austerità. Un albero è respiro e vita.

lunedì 8 ottobre 2007

Ottobre - di Fabio Tombari


Sono le sere in cui ci si rammarica dell'assenza di croci fra le corna dei cervi, della scomparsa del Graal, dei draghi da uccidere, le sere in cui si vorrebbe almeno che tutte le case fossero aperte ai poveri, ai solitari senza tetto né famiglia.
E la vendemmia continua.
Botti, bigonce, botticine, barilotti, benacce, torchi, navazze, canestre, mastelli, invadono le corti già piene di carri, di buoi, di ceste, di canti, latrati: quando anche le donne di casa sanno di salvia e rosmarino.
È questa la più gaia, la più rumorosa e odorosa sagra dell'annata. Come nell'antico pannello della chiesa di Aarschot. Immaginate una gran vigna bionda e mora dove i vendemmiatori s'affaccendano a recidere i grappoli, ad empirne i panieri da trasportare sul dorso fino al gran tino: e un villano vi danza a gambe nude.
Nel centro un torchio di pietra sotto cui è spremuto il Figlio dell’Uomo che sprizza sangue, e il sangue cola nella botte donde due sacerdoti dai grandi calici d'oro attingono il prezioso liquore. Scende intanto dal colle un biroccio con una gran bigoncia. Il leone alato e il toro tirano il carro sul quale un angelo fa schioccare la frusta e accanto all'angelo sta l'aquila. E' il sangue della Terra, che versato e tappato in barili da vescovi da cardinali e da papi, viene rotolato in cantina sotto le cupe volte della chiesa.
E il Sole cambia casa. Con le sue 43 eclissi solari e le 26 lunari, ogni secolo si sposta per far posto alla storia.
Bisogna far presto: ultimar la vendemmia, seminare, preparare gli scassi, i fossati. Averle usignoli codirossi stiaccini upupe quaglie fuggono tutti. Il Guardiano del Nord ha accumulato i tempi per scaraventarli in tempesta. È il tempo del coraggio. Il Sire entra in Scorpione.
In alto fra le nuvole transitano i gabbiani neri, l’orca minore; più in alto ancora l’aquila anatraia.
E cala la notte di Samain, la notte dei Celti.
Fabio Tombari: I mesi - Ottobre

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