domenica 6 maggio 2012

Non vedere attraverso la finestra - di Lunettes Rouges

Matisse Porte-Fenêtre à Collioure -1914
La finestra è stata (da Alberti in poi, se non addirittura prima) l’emblema stesso della pittura, finestra sul mondo, “camera con vista”, per così tanto tempo che ora è interessante vedere un’esposizione (al K20 di Düsseldorf fino al 12 agosto) che mostra la distruzione di tale concetto.
Robert Motherwell  The Garden Window   
Forse è con questo strano e affascinante quadro di Matisse, dipinto a Collioure nel 1914, che bisogna iniziare: si distinguono bene alcuni tratti orizzontali nella persiana azzurra a sinistra, qualche colatura nel grigio, delle screpolature nel verde turchese, ma nulla può distrarre dall'abisso nero che si apre davanti a noi, così puro, appena ombreggiato, dove non si riesce quasi a distinguere la ringhiera del balcone; solo la diagonale in basso dà un certo realismo prospettico. È il solo quadro che Matisse dipinse durante quel soggiorno a Collioure dove si era rifugiato per sfuggire all’avanzata tedesca all’inizio della guerra, ed egli, che dipinse tante vedute attraverso la finestra, qui non ci mostra altro che il nero. Durante la sua vita, non volle mai esporre questo quadro. Vi si può cogliere una rappresentazione del suo tempo, l’inizio della guerra, ma lo si può anche leggere oggi alla luce dell’espressionismo astratto. Qui vi è la prima negazione della finestra come strumento di visione. In tal senso va collocato anche The Garden Window di Robert Motherwell. 
Marcel Duchamp Fresh Widow
Dopo Matisse, la presa di posizione è più chiara, più esplicitamente formulata. Marcel Duchamp è forse il primo a guardare la finestra non più come un mezzo per vedere (e quindi una strutturazione dello sguardo) ma come un oggetto in sé: lo pone su un piedistallo, ne macchia i vetri (La bagarre d’Austerlitz) oppure li annerisce (in realtà li sostituisce con teli di cuoio “da lucidare tutte le mattine come un paio di scarpe, perché siano lucenti come autentici vetri”) ed è il famoso Fresh Widow, la “vedova sfrontata” che dà il titolo alla mostra.
Molti altri proseguono in questa materializzazione della finestra, nella sua trasformazione in oggetto formale, ed Eva Hesse, Josef Albers, Ellsworth Kelly (sua la bella fotografia di un vetro rotto: riflesso e buco nero) sono qui ben rappresentati.
René Magritte La lunette d'approche
Altri giocano con la percezione del reale attraverso la finestra, innanzi tutto Magritte tra vista sull'abisso, visione surrealista, rottura e illusione. Così La Lunette d’approche non si apre che sul nero, la visione ipotizzata è forse una semplice rappresentazione e non il reale dietro il vetro. In un filone analogo, l’installazione di Olafur Eliasson Seeing yourself seeing, metà vetro e metà specchio, diffrange la realtà, mescolando visione e riflesso.
Ellsworth Kelly Broken Window
Ma molte delle opere più recenti qui esposte sembrano meno pertinenti, un po’ come se tutto fosse già stato detto sul soggetto, esaurito. Che Christo drappeggi vetrine, che Günther Förg giochi con i riflessi, che Isa Genzken metta la finestra su un piedistallo, che Sabine Hornig realizzi grandi installazioni sulla trasparenza dove apre uno spiraglio nel muro verso un vuoto invisibile, che Toba Khedoori giochi con i trompe-l’oeil della prospettiva sono, prese singolarmente, opere interessanti, ma danno un po’ la sensazione che il soggetto sia oggi esaurito, che forse si sia detto tutto sulla finestra e che la si potrebbe chiudere.
Poche fotografie nella mostra (Jeff Wall, certo!), ma mi sarebbe piaciuto vedere per esempio il lavoro di Anne-Laure Maison che guarda dall'esterno le finestre illuminate di notte, o della fotografa giapponese Shizuka Yokomizo la quale avverte gli abitanti di un certo edificio che, se lo desiderano, li ritrarrà alla loro finestra dalla strada di notte: a loro la scelta di essere là o di chiudere le tende. La finestra come veicolo di un voyeurismo consentito.
Un solo video, di Jochem Hendricks, mostra la sistematica distruzione dei vetri di un edificio piuttosto decrepito; un attore invisibile si sposta di stanza in stanza (come un Cavallo di Perec?) e li infrange dall'interno con metodo, secondo un ineluttabile processo distruttivo.
Il rumore di vetri infranti riempie la galleria: è la fine della finestra.
Jochem Hendricks Front Windows


Foto Duchamp e Matisse per cortesia di K20 :

- Marcel Duchamp, Fresh Widow, 1920/1964, Modell eines französischen Fensters, Holz bemalt, Glas, Leder, 77,5 x 45 x 10,2 cm, The Vera and Arturo Schwarz Collection of Dada and Surrealist Art in the Israel Museum, The Israel Museum, Jerusalem B 72.0532, © Succession Marcel Duchamp/ VG Bild-Kunst, Bonn 2012, Foto: the Israel Museum, Jerusalem by Avshalom Avital.

- Henri Matisse, Porte-fenêtre à Collioure (Fenstertür in Collioure), 1914, Öl auf Leinwand, 116,5 x 89 cm, Centre Pompidou, Paris. Musée national d'art moderne/Centre de création industrielle, © Succession Henri Matisse / VG Bild-Kunst, Bonn 2012, Foto: bpk, CNAC-MNAM, Philippe Migeat


Ne pas voir à travers la fenêtre - pubblicato da Lunettes Rouges il 6 maggio 2012

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