venerdì 11 novembre 2011

El Desdichado - di Gerard de Nerval


Io sono il tenebroso - il vedovo - l'inconsolato,
il Principe d'Aquitania la cui torre è caduta;
la mia sola stella è morta - e il mio liuto adorno d'astri
porta inciso il Sole nero della Melancolia.

Nella notte della tomba, tu che m'hai consolato,
Posillipo rendimi e il mare d'Italia,
il fiore che tanto piaceva al mio cuore desolato
e la pergola dove la vite alla rosa s'allea.


Sono Amore o Febo?... Lusignan o Biron?
Sulla mia fronte ancora è rosso il bacio della regina;
ho sognato nella grotta dove nuota la sirena.

Due volte da vincitore traversai l'Acheronte, 
modulando alterni sulla lira d'Orfeo
i sospiri della santa e i gridi della fata.


I quadri di Odilon Redon: Pegaso - Ophelia

3 commenti:

Philosophical slumber ha detto...

complimenti per la traduzione, in alcuni passaggi l'ho preferita grandemente rispetto ad altre che avevo letto.

Poesia ineffabile, al limite dell'umano.

giavaro36 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
giavaro36 ha detto...

Traduzione accettabile di"El Desdichado",la poesia d'esordio delle "Chimères" più intensa e densa di simbolismo misto a esoterismo ,caratteristico di quell'epoca (d'altronde anche Rimbaud visse in quell'aura e le "Illuminations" ne sono un ri-specchiamento).Mi dispiace solo che il traduttore abbia omesso la traduzione del titolo di questo sonetto famosissimo, quel "El Desdichado"che ha avuto ua sequenza infinita di interpretazioni e anche diatribe interminabili,nonchè peplessità sulla traduzione di questo termine d'origine spagnola,non solo in italiano,ma anche in altre lingue.Anche io ho eseguito una traduzione personale di questo sonetto-alessandrino,che ho chiuso nel cassetto, ma per quanto mi riguardo la prima traduzione che ho letto tanti anni fa,quella di Alessandro Parronchi (1946,Firenze, Fussi) mi è sempre piaciuta più delle altre(e Parronchi,lui medesimo poeta era amico di Montale,Luzi,etc.nel Circolo Letterario Fiorentino,non a caso).

Collaboratori