martedì 4 maggio 2021
Maggio - di Fabio Tombari
sabato 1 maggio 2021
L'egoismo in filosofia - di Rudolf Steiner
Rudolf Steiner sviluppò il proprio pensiero alla fine del
XIX secolo in un vivace confronto con il monismo, ed egli stesso disse della
propria filosofia: “Volendola qualificare,
la si può indicare come monismo dei pensieri”*. Cinque anni dopo la Filosofia della libertà, nel 1899,
apparve il saggio, “L’egoismo in filosofia”, esempio di una radicalità che
cercava a suo modo una rottura con il pensiero occidentale e il suo doppio
religioso e metafisico. Manifesto di un monismo che non aderiva più in nulla
all’architettura borghese e salottiera dell’edificio di pensieri di allora. In
fondo, un contributo filosofico fondamentalista dal quale non può prescindere
chi ancora una volta vorrebbe iniziare da principio – e questo deve farlo chiunque
si proponga di pensare e di agire non solo in modo originale, ma originario.
(Dall'introduzione di Daniel Baumgartner)
Traduttore: Claudio Zanghieri
Editore: Editrice Antroposofica
Anno edizione: 2020
Pagine: 96 p., Brossura
Prezzo: € 10,00
Dioniso, dio del caos creativo
Appena nato, Dioniso fu catturato dai Titani, fatto a pezzi, bollito in un calderone, mentre dal terreno inzuppato del suo sangue nasceva un albero di melograno.
Non un granché come inizio.
Ma Rea accorse in suo aiuto e gli ridonò la vita. Per proteggerlo dalla gelosia di Era, lo affidò prima al re Atamante, poi alle ninfe Iadi che lo allevarono, nutrendolo di miele, nascosto in una grotta sul monte Nisa.
Fu proprio sul monte Nisa che Dioniso inventò il vino, invenzione che gli diede immensa fama.
Prima di essere accolto nell'Olimpo fra gli altri dei, vagò per il mondo lasciando dietro di sé una scia di gioia e di terrore. Ovunque arrivasse, qualcuno impazziva, faceva a pezzi un congiunto, si abbandonava a pratiche di cannibalismo.
Ma Dioniso era anche dispensatore di gioie ebbre e sfrenate, capace di trasformare di continuo sé e la realtà intorno a sé. Lo sperimentarono gli sfortunati pirati che lo rapirono per venderlo come schiavo. Una pessima idea: una vite crebbe attorno all'albero maestro, l'edera avvolse vele e sartiame, i remi si trasformarono in serpenti, Dioniso si tramutò in un enorme leone e tutta la nave si popolò di animali feroci. In preda al terrore, i pirati preferirono gettarsi in mare.
Eppure questo dio così temibile, inquieto e inquietante, si cela, cresce in ciascuno di noi. Ne vediamo i continui mutamenti nelle immagini oniriche, nelle pulsioni più profonde, nei ricordi dimenticati che affiorano improvvisi, nelle emozioni, nelle paure, nei sapori, nei profumi che ci conducono lontano nello spazio e nel tempo...
Non ci rimane che farlo a pezzi, cuocerlo a fuoco lento e poi ridargli vita sulla pagina, per vedere in che cosa si sia trasformato questa volta.