giovedì 29 marzo 2012

Marylin a Venezia



BYE BABY SUITE, lo spettacolo-evento su Marilyn, all'interno dello spazio espositivo di Palazzo Bembo sul Canal Grande Veneziano insieme alla mostra “Marilyn Monroe Leggenda, mito e icona” : tra le vere immagini della diva si materializza l'anima della sua ultima notte. Suggestione evocativa da non perdere!




BYE BABY SUITE
(scritto da Chiara Guarducci, diretto e interpretato da Alessia Innocenti)

  • DOVE: Palazzo Bembo - 4793 Riva del Carbon -  30124 Venezia (sul Canal Grande, a 70 m dal Ponte di Rialto)
  • QUANDO: 13-14-15 aprile 2012
  • INIZIO SPETTACOLO: ore 20.00 e 21.15 (durata 40 minuti)
  • BIGLIETTI: 20 € (comprensivi di spettacolo + ingresso mostra + 1 bicchiere di vino)
  • INFO E PRENOTAZIONI: info@palazzobembo.org  +39 3311013248 +39 3384443581 
La mostra MARILYN MONROE - LEGGENDA, MITO E ICONA è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18, fino al 22/04/2012

info sulla piece: http://byebabysuite.wordpress.com/


mercoledì 21 marzo 2012

La prima notte - di Lunettes Rouges


Piero della Francesca, Il sogno di Costantino, Arezzo
Si tratta, forse, della prima volta che un pittore occidentale rappresenta una scena notturna: un cielo cupo, un po’ nuvoloso, tagliato dai coni appuntiti delle tende da campo. Una sola sorgente di luce, ma divina: la croce, appena visibile, tenuta dall'angelo. La luce gioca con i festoni di tela della tenda, modella la trave che la sostiene e soprattutto accarezza le armature delle due guardie che dall'ombra emergono in primo piano; ed è questo gioco tra ombra e luce, in particolare sul soldato di sinistra, sul suo casco, sulla sua spalla, mai così rappresentato in precedenza. L’imperatore dorme e sogna; domani vincerà. Il suo servitore (il suo scriba, mi piace immaginare), lottando contro il sonno, si sostiene il capo sempre più pesante e ci guarda. 
Vi è quasi sempre un personaggio che ci fissa negli affreschi di Piero della Francesca. Questo, Il sogno di Costantino, fa parte del ciclo La Leggenda della Vera Croce, nella chiesa di San Francesco, ad Arezzo.





Piero della Francesca, La Resurrezione di Cristo, Sansepolcro, dettaglio
Mi reco a vedere quest’opera, avendo a portata di mano il libro di Jean-Paul Marcheschi: un pittore che parla di un altro pittore, della sua forza e del suo silenzio, del segreto opaco della sua pittura, della sua clausura e della sua matematica, ed è molto bello. Parla anche del sonno, dell’autoritratto del pittore addormentato nella Resurrezione, nel museo della vicina città di Sansepolcro: il pittore che osa raffigurarsi in uno dei propri dipinti vi appare di solito in modo furtivo, nascosto fra la folla, più o meno all’insaputa dei committenti. Piero, invece, si rappresenta al centro, di fronte, ai piedi del Cristo. Ma dorme, assente, lontano.

Piero della Francesca, Morte di Adamo,
 Arezzo, dettaglio 

Di ritorno ad Arezzo, come non essere sedotti da questa coppia magnifica (difficile da vedere bene in una inquadratura dal basso perché posizionata molto in alto nel ciclo) adolescenti che si guardano con una intensità amorosa quasi dolorosa, indifferenti alla Morte di Adamo che avviene vicino a loro.







Piero della Francesca,  Battaglia di Eraclio e Cosroè, 

Arezzo, dettaglio 
E questa testa di un uomo morto, in basso a sinistra, nella Battaglia di Eraclio e Cosroè, che sembra incorniciata da una gamba rossa che non potrebbe essere la sua se non a costo di una improbabile acrobazia post-mortem: sembra provenire direttamente dal periodo blu di Picasso; e sopra di lui la veduta di Gerusalemme/Arezzo è già cezanniana o cubista.
Infine, nei pressi di Monterchi, la Madonna del Parto è presentata in un edificio moderno e triste: più nulla della magia percepibile in Tarkowski (in Nostalghia), quando era ancora in situ, nel cimitero (anche se Tarkowski nel 1982 filmò una copia e non l’originale). Ingresso gratuito per le donne incinte...

Piero della Francesca, Polittico della Misericordia, Sansepolcro, dettaglio
Per finire, questo penitente incappucciato nel polittico della Madonna della Misericordia a Sansepolcro, così nero che in un primo tempo non lo si nota sotto l’ampio mantello protettore della Madonna, in mezzo agli altri donatori, anonimo (secondo alcuni, l’uomo a destra sarebbe un autoritratto).

La première nuit  - pubblicato da Lunettes Rouges il 7 marzo 2012 

lunedì 19 marzo 2012

La sua ultima notte - di Lunettes Rouges

Alessia Innocenti, Bye Baby Suite, ph. Laura Albano; 
Una sera capiti in un albergo senza pretese in una piccola città un po' fuori mano. Dopo una certa attesa ti fanno entrare nella camera 307, immersa nella penombra, a mala pena rischiarata da una luce rossastra proveniente dalla porta semi aperta del bagno. Non sei solo: percepisci la presenza di altri intorno al letto. Pochi, eppure troppi, perché sai già, prima che qualunque cosa abbia inizio, che vorresti essere solo qui, che avresti voluto questa serata solo per te, senza dividerla con altri, per gioirne egoisticamente, per essere solo al mondo insieme a lei. Lei? Per il momento indovini solo il suo corpo sul letto, avviluppato in un lenzuolo che avresti preferito di raso, con un baby doll secondo te un po' troppo pudico (e tu che credevi che per dormire  indossasse solo qualche goccia di Chanel n°5!) Fra un attimo si alzerà e parlerà, farà un po' di luce e si mostrerà. Non capirai tutto - la lingua non ti è abbastanza familiare e il discorso a volte è troppo rapido - ma poco importa: la ammirerai per un'ora, le dedicherai gli occhi e le orecchie e nella tua immaginazione lei non sarà là che per te, per te soltanto.
Alessia Innocenti, Bye Baby Suite,

ph. Sara Poggianti, Certaldo 
Ma è proprio lei? Se riesci per un istante a uscire dal tuo sogno, ti accorgi che l'attrice che la interpreta si è situata in qualche punto tra mimetismo e distanza, fra Lee Strasberg e Vittorio Gassman, tra la star che voleva essere anche donna e la donna che ne interpreta il ruolo. Il suo viso è più evocativo che somigliante, il suo corpo è forse più pieno, più compatto, meno eternamente adolescente, più nervoso e meno carezzevole, eppure così sensuale e sinuoso, pensi.
 Ma che ne sai tu, tu che neppure avevi notato il giorno della sua morte, tu che allora eri un adolescente brufoloso perso in qualche colonia al mare (mentre ricordi così bene le morti di Edith Piaf e di Jean Cocteau a poche ore una dall'altra e quella di JFK l'anno successivo)? Certo, in seguito, hai visto tanti film alla Cinémathèque dove il biglietto costava un franco e un centesimo... certo, tu sai come parla, come si muove, come seduce e oggi sei pronto a farti sedurre.
Alessia Innocenti, Bye Baby Suite,

ph. Sara Poggianti, Certaldo 
Durante quell'ora la guardi, mentre emerge dal lenzuolo gualcito dai cattivi sogni, più che dai piaceri, si stira, si alza di fronte allo specchio e lo abbraccia, corre a fare la doccia e, ritornata nella stanza, si rotola in terra, ai tuoi piedi. Sei così vicino a lei, in questa piccola camera d'albergo, che gli indumenti di cui si libera finiscono sulle tue scarpe, che i cosmetici, rabbiosamente gettati, sfiorano la tua testa, che sei costretto a reprimere il desiderio di allungare la mano per toccarla, quando ti sfiora; potresti addirittura vedere la cicatrice della sua recente operazione alla vescicola biliare.
Alessia Innocenti, Bye Baby Suite,

ph. Mara Pezzopane 
L'ascolti mentre parla d'amore e di tristezza, di sua madre e dei suoi amanti, mentre mormora e mentre grida, mentre canticchia e mentre urla, la vedi combattere contro i suoi fantasmi e la sua tragica solitudine, bere gin dalla bottiglia, inghiottire pastiglie alla deriva.
Tu sai che è geniale ed è disperata, che soffoca sotto l'immagine fatale di cui è prigioniera e che nessuno potrà fare nulla, né mariti, né amanti, né amici. E il tempo si dilata al ritmo del suo monologo e le ombre l'assediano e la sopraffanno e tu contempli il contorno del suo corpo, nudo davanti alla finestra, dietro la tenda trasparente, in contro-luce, in contro-tenebra e potresti piangere perché non la rivedrai mai, ed è la fine.
Una "maschera" ti fa uscire: non sei mai stato solo con lei, gli altri spettatori se ne vanno e le loro sedie, stranamente incongrue rimangono nella camera. Esci per ultimo e sai bene che è teatro, che è finzione, che non passerai la notte con Marilyn, che è la sua ultima notte: morirà questa sera e tu non la salverai, come non l'hanno salvata Joe o Arthur o John. Tutti i giorni ormai saranno il 5 agosto 1962, per sempre.

Alessia Innocenti, Bye Baby Suite, ph. Mara Pezzopane


After The Last Sitting (Alessia Innocenti), 

ph. Laura Albano 

Bye Baby Suite: un testo di Chiara Guarducci, interpretato 
con passione  gassmaniana da Alessia Innocenti  - 
qualche giorno fa presso l’Hôtel Latini a Certaldo in Toscana, 
su invito di un centro culturale locale molto attivo, I Macelli.
 L'opera era già stata rappresentata in alberghi di Firenze, Roma, Catania
Fra qualche settimana, Marilyn Monroe sarà la madrina del Festival de Cannes
chissà se per l'occasione un hôtel  di Cannes avrà l'intelligenza
 di programmare questa pièce durante il Festival ?

Le foto sono di Laura Albano, di Sara Poggianti (per gentile concessione de  I Macelli ) - 
le altre provengono dal sito di Bye Baby Suite


Sa dernière nuit - pubblicato da Lunettes Rouges il 14 marzo 2012

venerdì 9 marzo 2012

Mefistofele e la finanza creativa - 2

accompagnamento:  Mephisto Waltz di Franz Liszt

...Quelli della platea si voltarono. Nella galleria un cittadino, tutto confuso, aveva scoperto nella propria tasca un pacchetto legato come quelli delle banche, e con una scritta sull'involucro: "Mille rubli". I vicini si gettarono su di lui che, meravigliato, cercava di aprire l'involucro per scoprire se si trattava di rubli veri oppure magici.
- Per Dio, sono veri! Rubli! - gridarono allegramente dal loggione. 
- Giochi con un mazzo di questo tipo anche con me - disse giovialmente un grassone in mezzo alla sala.
- Avec plaisir - rispose Fagotto - Ma perché solo con lei? Facciamo partecipare tutti! Vi prego di guardare in alto!... Uno! - nella sua mano apparve una pistola - Due! - la pistola si alzò - Tre! - lampeggiò, rimbombò un colpo, e subito dalla cupola scesero sulla sala volteggiando tra i trapezi dei biglietti bianchi.
I biglietti ondeggiavano, planavano lateralmente, atterravano nella galleria, calavano sull'orchestra e sul palco. Dopo alcuni istanti la pioggia di denaro, sempre più fitta, raggiunse le poltrone e gli spettatori si gettarono ad acchiappare le banconote.
Centinaia di mani si alzarono. Dopo aver afferrato i biglietti, la gente li metteva contro luce, verso il palcoscenico illuminato, e constatava l'autenticità delle filigrane. Anche l'odore non lasciava dubbi di sorta; era quello, inconfondibile per il suo fascino, delle banconote appena stampate.
Prima l'allegria e poi la meraviglia pervasero il teatro. Dappertutto risuonava la parola: "Rubli, rubli". Si udivano esclamazioni di stupore e risa di gioia.
A poco a poco sui volti degli agenti di servizio si dipinse la perplessità, mentre gli stessi artisti incominciavano a far capolino dalle quinte senza tante cerimonie.
L'eccitazione generale andava aumentando, e chissà come sarebbe andata a finire se Fagotto non avesse fatto cessare la pioggia di denaro, soffiando a un tratto per aria.
Michail A. Bulgakov Il maestro e Margherita

Malevic Il riposo
Kustodiev Il bolscevico

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