Quella notte feci un sogno che confermò i miei pensieri. – Vagavo in un vasto edificio, composto da numerose sale: alcune erano consacrate allo studio, altre alla conversazione o alle discussioni filosofiche.
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Più volte mi smarrii nei lunghi corridoi e, attraversando una delle gallerie centrali, fui colpito da una scena straordinaria. Un essere di grandezza smisurata – uomo o donna, non saprei dire – volteggiava nello spazio sovrastante, esausto, come dibattendosi in mezzo a fitte nuvole. Perso ogni slancio e ogni forza, cadde infine al centro della corte buia e nella caduta le sue ali s’impigliarono, urtando tettoie e balaustre.
Per un istante mi fu possibile contemplarlo. Aveva un colore vermiglio e le ali brillavano di mille riflessi cangianti. La lunga veste dalle pieghe antiche lo rendeva simile all’Angelo della Melancolia di Albrecht Dürer.
Non riuscii a trattenere un grido di terrore che mi svegliò di soprassalto.Gerard de Nerval
Aurélia
mercoledì 18 aprile 2007
Un sogno di Gerard de Nerval
martedì 17 aprile 2007
Il cacciatore di nuvole
giovedì 5 aprile 2007
A proposito di invenzione letteraria
"Io mi affannai a pensare una storia… Pensai, meditai: invano. Provai quella vuota impotenza creativa che è la maggior disgrazia per chi scrive, quando alle nostre angosciate invocazioni risponde, muto, il Nulla. “Hai pensato una storia?” mi si chiedeva ogni mattina; e ogni mattina la mia mortificante risposta era negativa.
Tutte le cose devono avere un inizio, per dirla con Sancho Panza, e tale inizio deve essere collegato a qualcosa avvenuto in precedenza. Gli indù fanno sorreggere il mondo da un elefante, ma fanno a sua volta sorreggere l’elefante da una tartaruga.
La facoltà inventiva, occorre umilmente ammetterlo, non consiste nel creare dal nulla, ma dal caos; innanzitutto si devono produrre i materiali: si può dar corpo a sostanze informi e oscure, ma non si può creare la sostanza stessa.
Per rimanere alle scoperte e alle invenzioni, anche quelle appartenenti alla pura immaginazione, sempre vien fatto di pensare alla storia dell’uovo di Colombo. L’invenzione, infatti, consiste nella capacità di cogliere le potenzialità di un soggetto e nella facoltà di forgiare e plasmare le idee che ci vengono suggerite.”
Tutte le cose devono avere un inizio, per dirla con Sancho Panza, e tale inizio deve essere collegato a qualcosa avvenuto in precedenza. Gli indù fanno sorreggere il mondo da un elefante, ma fanno a sua volta sorreggere l’elefante da una tartaruga.
La facoltà inventiva, occorre umilmente ammetterlo, non consiste nel creare dal nulla, ma dal caos; innanzitutto si devono produrre i materiali: si può dar corpo a sostanze informi e oscure, ma non si può creare la sostanza stessa.
Per rimanere alle scoperte e alle invenzioni, anche quelle appartenenti alla pura immaginazione, sempre vien fatto di pensare alla storia dell’uovo di Colombo. L’invenzione, infatti, consiste nella capacità di cogliere le potenzialità di un soggetto e nella facoltà di forgiare e plasmare le idee che ci vengono suggerite.”
Mary Wollestonecraft Shelley
La genesi di “Frankenstein"
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