martedì 31 luglio 2007

Le plat pays

Con il mare del Nord come ultima terrabelgio_brume

e onde di sabbia a fermare le onde

e onde di roccia che le maree oltrepassano

e che non hanno mai basse maree nel cuore

con infinite brume che arriveranno

con il vento dell'Est... ascoltatelo occupare

il piatto paese che è il mio

belgio_catteCon le cattedrali come uniche montagne

e neri campanili come alberi della cuccagnabelgio_diavolo

dove diavoli di pietra scagliano le nubi

con il filo dei giorni come unico viaggio

e cammini di pioggia come unico saluto

con il vento dell'Ovest... ascoltatelo volere

il piatto paese che è il mio

belgio_canale2Con un cielo così basso che un canale si è perdutobelgio_canale

con un cielo così basso che crea l'umiltà

con un cielo così basso che un canale si è impiccato

con un cielo così grigio che bisogna perdonarlo

con il vento del Nord quando si solleva

con il vento del Nord... ascoltatelo sgretolare

il piatto paese che è il mio

belgio_estateCon un po' d'Italia che scende lungo l'Escautbelgio_campo

con Frida la bionda quando diviene Margot

quando i figli di Novembre ci ritrovano a Maggio

quando la pianura è fumante e freme sotto Luglio

quando il vento ride, quando è in mezzo al grano

quando il vento è a Sud... ascoltatelo cantare

il piatto paese che è il mio

La lunga partita a scacchi

Su Ingmar Bergman, questo genio assoluto, senza dubbio il più grande cineasta della nostra epoca, non si sa molto. L'infanzia a Uppsala - dove nacque nel 1918 - il padre pastore protestante, "un mostro di freddezza", la madre insoddisfatta e autodistruttiva. E poi l'irruzione insperata del meraviglioso grazie a una Lanterna magica, ricevuta come regalo di compleanno, il gusto per il teatro e per il cinema, i primi films brillanti, influenzati da Sjöstrom e da Dreyer.
Un girotondo di attrici - la cui bellezza veniva esaltata da una cinepresa che amavabergmantrilogy-06 riprendere i volti sempre più da vicino. Il carattere ombroso, l'esilio negli anni Settanta, dopo alcuni guai con il fisco, il ritiro da eremita su un'isola al largo della Svezia, Farö.
Tutto ciò Bergman stesso l'ha raccontato nella sua autobiografia - Laterna magica - e in tutta quella serie di esplorazioni intime che sono i suoi films.
Ma nessuna informazione biografica può preparare allo choc di un'opera magistrale, oppressa dal senso di colpa, dall'angoscia della morte, da uno "spavento cosmico". Un'opera carica di tutti i terrori dell'umanità e pur tuttavia ariosa, abitata dalla grazia e dal sublime. bergmantrilogy-04Un'opera che inventa costantemente forme nuove, e rigenera quel rituale del teatro antico, quella miscela di rito religioso e di fascino morboso che Bergman descrive così:
"Nella Grecia antica il teatro era indissolubilmente legato ai riti religiosi. Gli spettatori si riunivano molto prima dell'alba. Al levarsi del sole, avanzavano i sacerdoti con il volto coperto da una maschera. Quando raggiungeva la cima dei monti, il sole illuminava il centro della scena dove era innalzato un altare. Il sangue delle vittime veniva raccolto in un grande piatto. Uno dei sacerdoti, che indossava la maschera d'oro di un dio, si nascondevabergmantrilogy-02 dietro gli altri. Appena il sole era più alto, due officianti, cogliendo l'attimo più propizio, alzavano il piatto perché gli spettatori potessero vedere la maschera divina del sacerdote nascosto riflettersi nel sangue. L'officiante lasciava trascorrere qualche istante, poi abbassava il piatto e beveva il sangue."


Bergman, l'intime et le tragique
LE MONDE | 30.07.07

© Le Monde.fr

domenica 29 luglio 2007

Sul tetto della California

Ora eravamo a circa tremilacinquecento metri d’altezza e faceva freddo e c’era molta neve e a est potevamo vedere immense catene con le cime innevate e sotto di esse sterminate distese di valli, eravamo praticamente sul tetto della California.
A un certo punto dovetti avanzare carponi, come gli altri, su una stretta sporgenza, attorno a uno spuntone di roccia, cosa che mi spaventò moltissimo: il precipizio era di trenta metri, quanto bastava percal_lago2 rompersi il collo, con un’altra piccola sporgenza che offriva un piccolo rimbalzo preparatorio a una bella caduta d’addio di trecento metri. Il vento ci frustava, adesso.
Ma tutto quel pomeriggio fu pieno di vecchi presagi o ricordi, come se fossi già stato lì prima, arrampicandomi su quelle rocce per scopi più antichi, più seri, più semplici.
Finalmente arrivammo ai piedi del Matterhorn, dove c’era un bellissimo laghetto sconosciuto agli sguardi matterdi gran parte degli uomini di questo mondo, visto soltanto da una manciata di scalatori, un piccolo lago a tremilacinquecento metri con la neve sui bordi e magnifici fiori e un magnifico prato, un prato alpino, pianeggiante e di sogno, sul quale mi buttai immediatamente togliendomi le scarpe.
Japhy era già lì da mezz’ora quando arrivai, e adesso faceva freddo e lui si era rimesso i vestiti. Morley arrivò alle nostre spalle sorridendo. Restammo seduti là a guardare l’incombente ripido pietroso pendio dell’ultimo tratto del Matterhorn.


kerouac_ginsb

Jack Kerouac: I vagabondi del Dharma

sabato 28 luglio 2007

Il Tamigi, una barca e...

Fra tutte le esperienze del genere, la più emozionante è quella di farsi rimorchiare dalle ragazze. È una sensazione che tutti dovrebbero provare. Ci vogliono invariabilmente tre ragazze per trainare una barca: due tengono il cavo, l'altra saltella tra loro e starnazza. In generale, cominciano subito ad aggrovigliarsi il cavo attorno alla persona. Se lo arrotolano alle gambe e sono costrette a sedersi per liberarsi a vicenda, dopo di che se lo girano attorno al collo e rischiao di morire strangolate. Quando finalmente riescono a liberarsi, partono di corsa trainando la barca a una velocità pericolosa. Dopo untamigi19 centinaio di metri, naturalmente, sono sfiatate, si fermano di colpo e si siedono sull'erba sghignazzando, mentre la barca va alla deriva in mezzo al fiume e gira su se stessa, prima che voi vi rendiate conto di quanto è accaduto, e che abbiate il tempo di agguantare un remo. Allora le ragazze si alzano e manifestano la loro meraviglia. "Oh, guarda! - dicono - quello se ne sta andando verso l'altra riva" Ricominciano a rimorchiare la barca e per un poco procedono regolarmente, ma all'improvviso una di loro sente il bisogno di fermarsi, perciò rallentano e la barca si arena sulla riva. Voi spiccate un balzo, afferrate un remo e la disincagliate; poi gridate alle ragazze di non fermarsi. "Che succede?" gridano quelle di rimando. "Non fermatevi" tuonate voi. "Non... che cosa?" "Non fermatevi... continuate... tamigi18proseguite!" "Torna indietro, Emily, e senti un po' che cosa vuole" dice una delle tre; ed Emily torna indietro per informarsi. "Che cosa vuoi? - dice - è successo qualcosa?" "No - rispondete - tutto bene; ma continuate... non dovete fermarvi." "Perché?" "Diamine, non posso governare il timone se continuate a fermarvi. Bisogna mantenere un'andatura regolare." "Mantenere che cosa?" "Un'andatura regolare... bisogna evitare le soste." "Ah, va bene, lo dirò alle altre. Non siamo brave come rimorchiatrici?" "Ma sì, bravissime, purché non vi fermiate." "Non è difficile trainare una barca. Credevotamigi_mucca fosse una cosa complicatissima."
"Oh, no, è semplice. Basta camminare sempre. Quello è l'essenziale." "Ho capito. Dammi il mio scialletto rosso. È sotto il cuscino." Voi trovate lo scialletto, lo porgete a Emily e, nel frattempo, un'altra ragazza è tornata indietro. Anche lei ritiene opportuno prendere lo scialletto e poi, tutto ben considerato, le due si fanno dare anche quello di Mary, ma Mary non lo vuole, perciò lo riportano indietro e, invece, vogliono un pettinino tascabile. Passano circa venti minuti prima che riprendano il cammino; poi, alla prima svolta, vedono una mucca, e voi dovete sbarcare per allontanar la mucca dall'alzaia.
Non c'è mai un momento di noia, in barca, quando il compito di rimorchiare è affidato alle ragazze.

Jerome K. Jerome: Tre uomini in barca

venerdì 27 luglio 2007

La Grande Illusione


"Una schiera infinita di uomini laceri e piegati dalle fatiche, pensavano gli studenti, aveva attraversato il buio dei secoli soffrendo, sperando e aspettando di veder sorgere l'alba di una nuova epoca; e un'altra schiera, altrettanto infinita, di donne discinte e in lacrime, con i figli ignudi attaccati alle gonne, aveva atteso la luce di un riscatto che non era ancora arrivato... Nelle campagne, nelle fabbriche, nei borghi dove si respiravano le polveri delle miniere; nelle città rumorose e operose, nei porti ingombri di merci, nelle stazioni ferroviarie, sulle navi; nei cantieri delle strade e degli edifici che avevano dato un volto nuovo alle nostre città: dovunque il lavoro umano aveva trasformato il mondo, milioni di uomini e di donne, tutti insieme, avevano sognato il Grande Sogno. Lo avevano fatto vivere nelle loro vite senza luce, nei loro desideri senza illusioni, nelle loro lacrime e nel loro sangue; e quel Sogno informe, ma immenso e bellissimo, aveva atrraversato tutte le epoche della storia finché aveva preso corpo in alcune persone. Si era rivelato al mondo con il volto di Stalin e con quello di... Togliatti!"

Sebastiano Vassalli: L'Italiano

venerdì 20 luglio 2007

Arcangeli e maghetti

Mentre cresce l'attesa per l'uscita - domani - del settimo volume della saga di Harry Potter, su Internet si moltiplicano le anticipazioni: chi morirà, chi si sposerà, Harry sopravvivrà e che cosa farà da grande?... Un brusio sempre più forte che trova ospitalità persino sulle pagine del Corriere della sera.
Tutti fans del maghetto? Non tutti...
Gabriele Kuby ha scritto un saggio, Harry Potter - Gut oder Bose, in cui analizza un meccanismo narrativo che in realtà maschera una sostanziale indifferenza verso la distinzione fra Bene e Male.
Gabriel, un hacker britannico, è invece penetrato negli archivi della casa editrice Bloomsbury, carpendo l'intero, inedito, prezioso manoscritto. Poi, affermando di agire ispirato dal Papa, ha divulgato il finale del libro.
Strane coincidenze di nomi!
Ma forse l'annuncio è molto più umano: c'è un mercato in crescita, oggi, per una spiritualità banalizzata, di facile consumo, che richieda poca fatica; alcuni autori hanno saputo cogliere e sfruttare questa tendenza.
Non è infatti un caso che il tratto comune fra libri come Harry Potter, il Codice Da Vinci, La profezia di Celestino e le altre profezie new age, sia proprio una scrittura particolarmente sciatta.

giovedì 19 luglio 2007

Quando un amore finisce... alla Biennale

tiratriceSophie Calle (fotografa e artista francese) riceve una e-mail d'addio dal suo amante, lo scrittore Gregoire Bouillier, che conclude il suo messaggio con le parole: "Prenez soin de vous" - "abbiate cura di voi", ah l'eleganza ancien regime del francese! Dopo aver, immagino, pianto un po', Sophie convoca 107 donne - scelte fra le più disparate categorie: dalla tiratrice di carabina, alla veggente, alla filosofa...- chiedendo loro di interpretare e commentare quella lettera di rottura.
Ciascuna di loro è stata filmata nel momento della reazione immediata, poi fotografata accanto al testo in cui commentava la vicenda: le immagini sono ora visibili all'interno del padiglione francese alla Biennale di Venezia. La compassione delle 107 signore si esprime in modi molto diversi, ma è quasi sempre rivolta più alla situazione (donna abbandonata) che alla persona (Sophie Calle).
Fra i vari commenti, quello professionale della "tagliatrice di teste" Christiane Cellier che trova la lettera d'addio un ottimo suggerimento su come scrivere avvisi di licenziamento e quello della scrittrice Christine Angot che, voce dissonante, interpreta il sentimento di molti:
"Se Sophie l'avesse davvero amato quanto dice, non avrebbe convocato uno squadrone di donne pronte a misurarsi con l'Uomo, a scacciarlo, a squalificarlo con i loro testi minacciosi... Il coro feminile radunato intorno a questa lettera d'addio è un coro di morte."


Alla Biennale di Venezia fino al 21 novembre e su Lunettes rouges

mercoledì 18 luglio 2007

Visita guidata

strada

"...là dove si perde
la strada boschiva, che pare
un gran corridoio nel verde."




granaio





Il granaio all'entrata del giardino





tavolo






"Attorno ai tronchi ombrosi,
fra giochi di sole..."






primulanarcisoazzurro
"
...corolle

tenere, appena schiuse, come cieli
brevi sul prato..."



scalinatella

La scaletta di pietra che sale all'orto


ingresso






Ingresso



affreschi





"L'albero...
muto guarda, senza battere foglia"

finestra8








"...laggiù, oltre i colli dilettosi,
c'è il mondo..."




Le foto sono di Alice
Hanno poeticamente accompagnato la visita: Guido Gozzano, Arturo Onofri, Diego Valeri, Vincenzo Cardarelli.

sabato 14 luglio 2007

Lo strano caso del blog scomparso


“…tenere un blog, e ricevere commenti dai lettori, migliorerà la vostra capacità di pensare, di ricercare, di scrivere, di pubblicare, di curare l’aspetto grafico. Avrete il controllo totale. Sarete scrittori, redattori, editori, esperti di marketing. Avrete la libertà e la responsabilità di tutta la vostra produzione, nonché il controllo della sua distribuzione.

Invito tutti, sul serio, ad aprire un blog questa sera stessa: è gratis e richiede solo cinque minuti.

In tutta la storia dell’umanità, il blog rappresenta la prima opportunità per un individuo di far udire la propria voce sullo stesso piano di un governo, di una religione, di una corporazione. Un blogger può iniziare un’inchiesta, dare una risposta o provocare un sollevamento che i poteri dominanti non possono controllare.”

Questo il primo post con il quale Angelo Ingrid nel proprio blog si è rivolto prima di tutto agli scrittori per i quali la blogosfera è “paradiso e prigione”.

Parole che hanno subito trovato un’eco nei blogs inglesi e francesi, ma nel frattempo il suo stesso blog è sparito nell’Isola-che-non-c’è di Word Press, per violazione dei termini di servizio.

Forse, alla resa dei conti, la libertà della blogosfera non è così totale?

giovedì 12 luglio 2007

Leggere poesia


"Romanzi e film, nella loro inquieta modernità, ti sospingono avanti o indietro nel tempo, attraverso giorni, anni, generazioni addirittura. Mentre per condurre le proprie analisi e i propri giudizi, la poesia si tiene in equilibrio sulla punta di spillo dell'attimo presente. Decelerare, fermarsi anzi del tutto per leggere e capire una poesia assomiglia al tentativo di recuperare una tecnica antica, come la costruzione dei muri a secco o la pesca alla trota con le mani."


Ian McEwan: Sabato

giovedì 5 luglio 2007

Canti patibolari - di Christian Morgenstern

Il sospiro

20060306_schneeNotturno un Sospiro sul ghiaccio pattinava
di piaceri e d'amori intanto sognava;
sui bastioni era della grande città:
luminosa di neve gli appariva da là.
A una certa fanciulla il Sospiro pensò,
infuocato d'amor di botto s'arrestò:
il ghiaccio si sciolse, lo trascinò giù
ed egli scomparve, non riemerse mai più.


I due somari

Cupo un asinello e molto triste
alla sposa diletta un giorno disse:
"Stupido io, stupida tu,
andiam a morire, non pensiamoci più!"
Ma la cosa finì, come accade assai spesso:
continuarono a viver contenti lo stesso.
ruscello
L'acqua

Senza dire una parola,
scorre l'acqua e mai riposa.
Altrimenti, d'altro canto
non direbbe che una cosa:
"Birra e pane, amor e fedeltà"
ma che scoperta, che gran novità!
Come volevasi, si è dimostrato
che a stare zitta ci ha guadagnato




Christian Morgenstern: Galgenlieder

mercoledì 4 luglio 2007

Il corvo - di Gotthold Lessing

La volpe si avvide che il corvo spogliava gli altari degli dèi delle loro offerte sacrificali e ne viveva. Allora quella pensò fra sé e sé: "Mi piacerebbe proprio sapere se al corvo spetta una parte delle offerte perché è un uccello profetico, oppure se lo si ritiene un uccello profetico perché è tanto sfrontato da spartire le offerte con gli dèi".

Gotthold Ephraim Lessing: Fabeln. Drei Bucher

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