“…tenere un blog, e ricevere commenti dai lettori, migliorerà la vostra capacità di pensare, di ricercare, di scrivere, di pubblicare, di curare l’aspetto grafico. Avrete il controllo totale. Sarete scrittori, redattori, editori, esperti di marketing. Avrete la libertà e la responsabilità di tutta la vostra produzione, nonché il controllo della sua distribuzione.
Invito tutti, sul serio, ad aprire un blog questa sera stessa: è gratis e richiede solo cinque minuti.
In tutta la storia dell’umanità, il blog rappresenta la prima opportunità per un individuo di far udire la propria voce sullo stesso piano di un governo, di una religione, di una corporazione. Un blogger può iniziare un’inchiesta, dare una risposta o provocare un sollevamento che i poteri dominanti non possono controllare.”
Questo il primo post con il quale Angelo Ingrid nel proprio blog si è rivolto prima di tutto agli scrittori per i quali la blogosfera è “paradiso e prigione”.
Parole che hanno subito trovato un’eco nei blogs inglesi e francesi, ma nel frattempo il suo stesso blog è sparito nell’Isola-che-non-c’è di Word Press, per violazione dei termini di servizio.
Forse, alla resa dei conti, la libertà della blogosfera non è così totale?
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