Io sono il tenebroso - il vedovo - l'inconsolato,
il Principe d'Aquitania la cui torre è caduta;
la mia sola stella è morta - e il mio liuto adorno d'astri
porta inciso il Sole nero della Melancolia.
Nella notte della tomba, tu che m'hai consolato,
Posillipo rendimi e il mare d'Italia,
il fiore che tanto piaceva al mio cuore desolato
e la pergola dove la vite alla rosa s'allea.
Sulla mia fronte ancora è rosso il bacio della regina;
ho sognato nella grotta dove nuota la sirena.
Due volte da vincitore traversai l'Acheronte,
modulando alterni sulla lira d'Orfeo
i sospiri della santa e i gridi della fata.
I quadri di Odilon Redon: Pegaso - Ophelia
3 commenti:
complimenti per la traduzione, in alcuni passaggi l'ho preferita grandemente rispetto ad altre che avevo letto.
Poesia ineffabile, al limite dell'umano.
Traduzione accettabile di"El Desdichado",la poesia d'esordio delle "Chimères" più intensa e densa di simbolismo misto a esoterismo ,caratteristico di quell'epoca (d'altronde anche Rimbaud visse in quell'aura e le "Illuminations" ne sono un ri-specchiamento).Mi dispiace solo che il traduttore abbia omesso la traduzione del titolo di questo sonetto famosissimo, quel "El Desdichado"che ha avuto ua sequenza infinita di interpretazioni e anche diatribe interminabili,nonchè peplessità sulla traduzione di questo termine d'origine spagnola,non solo in italiano,ma anche in altre lingue.Anche io ho eseguito una traduzione personale di questo sonetto-alessandrino,che ho chiuso nel cassetto, ma per quanto mi riguardo la prima traduzione che ho letto tanti anni fa,quella di Alessandro Parronchi (1946,Firenze, Fussi) mi è sempre piaciuta più delle altre(e Parronchi,lui medesimo poeta era amico di Montale,Luzi,etc.nel Circolo Letterario Fiorentino,non a caso).
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