lunedì 22 ottobre 2012

La donna che visse due volte - di Pierre Boileau e Thomas Narcejac



... Ella risalì il viale fino al Trocadero, s’inoltrò sulla spianata la cui bianchezza scintillante faceva strizzare gli occhi. Mai Parigi era stata tanto simile a un parco. La Tour Eiffel, azzurra e rossastra, si levava sopra i prati come un totem familiare. I giardini s’inchinavano verso la Senna, cingendo scalinate simili a cascate immobili orlate di fiori. Un rimorchiatore lanciò un rauco appello, che si smorzò sotto gli archi. Ci si sentiva sospesi tra la pace e la guerra, grevi di una facile eppure struggente emozione. Era forse per questo che Madeleine ora camminava con tanta stanchezza? Pareva esitare, interrogarsi; si fermò dinanzi all'ingresso del Museo, poi riprese a camminare, come trascinata da una corrente invisibile. Attraversò, passeggiò per un poco tra la gente sulla soglia di avenue Henri-Martin. Si decise infine ed entrò nel cimitero di Passy. 
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Avevano raggiunto il Lungosenna. Stava lì a guardare l’acqua crivellata da punti di luce. Passavano uomini col cappello in mano, asciugandosi la fronte; faceva caldo. L’acqua era azzurrissima, lungo le pietre. I mendicanti dormivano sulla riva e i rondoni si sgolavano intorno ai ponti. Nel suo attillato tailleur grigio, con i tacchi alti, appariva un po’ estranea alla festa, come una viaggiatrice che aspetti il suo treno. E, di tanto in tanto, faceva girare tra le dita il gambo del tulipano. Attraversò la Senna, si appoggiò al parapetto, con il fiore che le batteva la gota. Aveva dato appuntamento a qualcuno?... Oppure si riposava?... Era forse la sua noia ch'ella cullava seguendo con gli occhi i giochi della corrente intorno alle barche e le affascinanti ondulazioni dei riflessi… Si sporse un poco. Doveva specchiarsi nell'acqua  molto lontano, con tutto il cielo intorno a sé e la lunga linea curva del ponte. Flavières si avvicinò. Non avrebbe saputo dire perché. Madeleine non si muoveva. Aveva lasciato cadere il tulipano. La minuscola macchia rossa si allontanava lentamente, girando su se stessa, cullata dalle piccole onde. 

Il romanzo - dal quale Hitchcock trasse la sceneggiatura per il suo film - è della coppia di scrittori francesi Boileau e Narcejac che tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Cinquanta scrissero una serie di gialli di grande successo. La donna che visse due volte aveva come titolo originale: D'entre les morts. Sueurs freuds con un esplicito riferimento alle vertigini di cui soffre e in cui cade il protagonista.
Fotografia di Cris Thellung

1 commento:

Nidia ha detto...

Sempre citazioni di eccellenza, le tue, Daniela, bello passare di qua

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