In un'età lunare la campagna deserta a perdita d'occhio ha germinato
una boscaglia nana fitta di luci d'acciaio senza rami né foglie
grigi filari intricati viticci di filo contorto - vi sbatte le ali morendo
qualche palla sfinita - s'affloscia
sopra i ciuffi molli ove tra sasso e sasso
vegliano disperatamente le violette
pallide senza profumo con un rancore muto contro uomini e dei.
Bisbigliano al vento su verso gli arbusti di ferro i grovigli strambi
che fioriscono a mille a mille le spine. Verrà un'estate di rose?
Chiedi il futuro domani al cerchio lontano
delle montagne violastre che leticano di fumi ed echi tra loro.
S'aprono sperdendosi i fumi vaniscono - sul turchino profondo
un dracken osceno dondola governa il cielo e la terra.
Fotografia di Mariaelisabetta: Miracolo a Milano (sessant'anni dopo)
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